Ci risiamo. Era da tempo che, passeggiando per Roma, una motocicletta parcheggiata sul marciapiede non attirava la mia attenzione regalandomi una scossa intensa e attivandomi le farfalle nello stomaco. Dopo un quarto d’ora impalato ad ammirarla, combattendo contro la tentazione di salirci su per provare la posizione di guida, penso bene di bloccare il momento tirando fuori lo smartphone e facendo due scatti.
La moto, non è difficile riconoscerla: basta dare una fugace occhiata al motore ancor prima di scorgere il marchio sul serbatoio. È una favolosa Moto Guzzi V11 Le Mans del 2001.
Non è la prima volta che la incrocio a distanza ravvicinata. Nella stessa rimessa dove parcheggio la Triumph, ne stazionava una perennemente coperta da un telo protettivo di plastica trasparente. Una volta scambiai due chiacchiere con il proprietario, al quale non esitai a chiedere di concedermi l’onore di ascoltare il rombo del motore in movimento. Gran goduria.
Il marchio Moto Guzzi ha innumerevoli estimatori in tutto il mondo, nord Europa, America, Giappone, Cina, basta partecipare a un raduno internazionale per rendersene conto. E la V11 Le Mans è uno degli emblemi dello stile tricolore applicato alle due ruote: linee che richiamano le sportive italiane del passato e posizione di guida allungata, col pilota “spalmato” sul serbatoio.
È una sport-tourer veloce, ricca di charme e adatta ai biker che non si curano troppo della bilancia. Il peso elevato però è un peccatuccio veniale che l’ha trasformata in un culto. La sua storia inizia quando l’Aprilia acquista la Guzzi, salvandola da una situazione non proprio rosea e rilanciandola dal punto della qualità e dell’affidabilità. A Mandello iniziarono a produrla nel 2001, nelle colorazioni rosso-nero e argento metallizzato (come il modello delle foto): allora costava la non modica cifra di 20.780.000 lire!
La moto, non è difficile riconoscerla: basta dare una fugace occhiata al motore ancor prima di scorgere il marchio sul serbatoio. È una favolosa Moto Guzzi V11 Le Mans del 2001.
Non è la prima volta che la incrocio a distanza ravvicinata. Nella stessa rimessa dove parcheggio la Triumph, ne stazionava una perennemente coperta da un telo protettivo di plastica trasparente. Una volta scambiai due chiacchiere con il proprietario, al quale non esitai a chiedere di concedermi l’onore di ascoltare il rombo del motore in movimento. Gran goduria.
Il marchio Moto Guzzi ha innumerevoli estimatori in tutto il mondo, nord Europa, America, Giappone, Cina, basta partecipare a un raduno internazionale per rendersene conto. E la V11 Le Mans è uno degli emblemi dello stile tricolore applicato alle due ruote: linee che richiamano le sportive italiane del passato e posizione di guida allungata, col pilota “spalmato” sul serbatoio.
È una sport-tourer veloce, ricca di charme e adatta ai biker che non si curano troppo della bilancia. Il peso elevato però è un peccatuccio veniale che l’ha trasformata in un culto. La sua storia inizia quando l’Aprilia acquista la Guzzi, salvandola da una situazione non proprio rosea e rilanciandola dal punto della qualità e dell’affidabilità. A Mandello iniziarono a produrla nel 2001, nelle colorazioni rosso-nero e argento metallizzato (come il modello delle foto): allora costava la non modica cifra di 20.780.000 lire!
La carena col faro tondo incassato a filo: un classico delle sportive italiane d'epoca. |
Mentre la osservo, poggiata sul cavalletto laterale, ciò che esteticamente attira di più la mia attenzione è il faro tondo incassato a filo nella carena: fantastico. Speciale anche la colorazione argento chiaro che spicca sul motore nero opaco e che è esaltata dalle piastre laterali del telaio in rosso corsa.
Il modello fotografato manca di un accessorio prezioso, il guscio che copre la parte posteriore della sella trasformando la Le Mans da biposto turistica a monoposto dall’aspetto corsaiolo ed aggressivo. Un’altro dettaglio che mi piace un sacco è il fanale posteriore di forma ellittica posto sotto il codone, anche se non sono ancora riuscito a capire se è originale o aftermarket, dato che in tutte le immagini online che ho visionato la sua forma non è tondeggiante ma squadrata. Molto belli anche i due scarichi sportivi proiettati verso l’alto: gli originali sembra fossero di colore nero opaco, probabilmente quelli in foto sono stati sostituiti in seguito o sono una versione speciale. Su questi ultimi due punti il parere di un guzzista esperto sarà ben accetto!
Il modello fotografato manca di un accessorio prezioso, il guscio che copre la parte posteriore della sella trasformando la Le Mans da biposto turistica a monoposto dall’aspetto corsaiolo ed aggressivo. Un’altro dettaglio che mi piace un sacco è il fanale posteriore di forma ellittica posto sotto il codone, anche se non sono ancora riuscito a capire se è originale o aftermarket, dato che in tutte le immagini online che ho visionato la sua forma non è tondeggiante ma squadrata. Molto belli anche i due scarichi sportivi proiettati verso l’alto: gli originali sembra fossero di colore nero opaco, probabilmente quelli in foto sono stati sostituiti in seguito o sono una versione speciale. Su questi ultimi due punti il parere di un guzzista esperto sarà ben accetto!
Il celebre bicilindrico Guzzi a V di 90° da 1064cc che equipaggia la Le Mans |
Altri dettagli preziosi degni di nota sono la classica trasmissione a cardano, il doppio disco anteriore flottante Brembo Serie Oro da 320mm, i semimanubri spioventi ed inclinati (sportivi ma non estremi), la forcella con doppio registro di regolazione (uno su ogni fodero). La strumentazione analogica è la classica doppio quadrante a sfondo bianco arricchita da poche essenziali spie.
Sul lato sinistro, che per via del muro non sono riuscito a fotografare, è posizionato un gancio per il casco, mentre su quello destro, sulla parte posteriore della seduta, c’è la serratura per la rimozione del sellone.
Ma veniamo al motore, cuore della V11 Le Mans e segno distintivo del marchio Moto Guzzi, il celebre bicilindrico a V di 90° raffreddato ad aria: due valvole per cilindro e 1064cc.
In rete ho curiosato un po’ alla ricerca di impressioni di guida, soprattutto tra i siti e i forum stranieri, di solito più obbiettivi di quelli nostrani. Pare che la V11 Le Mans goda di una erogazione da gladiatore che richiede parecchio manico, specialmente negli on-off lungo curve e tornanti. L’entrata in coppia, che ai bassi regimi sviluppa forti pulsazioni trasversali, è descritta come “brutale ed esaltante”, il cambio a 6 rapporti è giudicato “preciso”, mentre la frizione a secco entusiasma per il “rumore inconfondibile”. Posizione di guida non troppo confortevole e molto arretrata: in sella è una lotta continua tra ginocchia, testate sporgenti e carena, con il pilota si ritrova alto rispetto al baricentro della moto e con il petto incollato al serbatoio.
Un'altra caratteristica condivisa da tanti estimatori della sport touring italiana sembra essere l’elevato tasso di vibrazioni: per affrontare lunghi tragitti occorre una passione non comune...
Ulteriori commenti recuperati online: “Ottime sensazioni, il motore si sente tutto. Sempre generosa e senza problemi. Se apri consuma un po’”. “Gran motore non stufa mai. Per il turismo a lungo raggio le vibrazioni danno fastidio”. “Estetica, carattere e motore unici. Ma gli accessori costano”. “Gran coppia, ottimi freni. Stabilità, linea originale, tenuta di strada ottima. Peso un po' alto, ricambi difficili da reperire”.
Il lato b della Le Mans: adoro il fanale ellittico sottocoda e gli scarici ascendenti. |
E ora un’occhiata la scheda tecnica della Moto Guzzi V11 Le Mans:
Motore: 4 tempi, bicilindrico a V di 90°, raffreddamento ad aria e olio, alesaggio e corsa 92 x 80 mm, cilindrata 1064 cc, rapporto di compressione 9,5:1; distribuzione ad aste e bilancieri, 2 valvole per cilindro, comando a ingranaggi; lubrificazione a carter umido. Alimentazione a iniezione elettronica integrata con l’accensione, corpi farfallati da 50 mm; capacita’ serbatoio 22 litri. Avviamento elettrico.
Prestazioni: potenza 91 CV (67 kW) a 7800 giri, coppia 9,6 kgm (94 Nm) a 6000 giri.
Trasmissione: primaria a ingranaggi; frizione bi-disco a secco, comando idraulico; cambio in cascata a 6 marce; finale ad albero e coppia conica.
Ciclistica: telaio monotrave in acciaio, inclinazione asse di sterzo 25°, avancorsa 105 mm. Sospensione anteriore: forcella regolabile a steli rovesciati da 40 mm, escursione 120 mm; sospensione posteriore: forcellone in acciaio con monoammortizzatore regolabile. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-17”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 180/55-17”. Freni: anteriore a doppio disco semiflottanti di Ø 320 mm, pinze a 4 pistoncini contrapposti; posteriore a disco fisso di Ø 282 mm, pinza a 2 pistoncini contrapposti.
Dimensioni e peso: interasse 1490 mm, lunghezza 2150 mm, larghezza 785 mm, altezza sella 800 mm. Peso a secco 226 kg.
Prestazioni: potenza 91 CV (67 kW) a 7800 giri, coppia 9,6 kgm (94 Nm) a 6000 giri.
Trasmissione: primaria a ingranaggi; frizione bi-disco a secco, comando idraulico; cambio in cascata a 6 marce; finale ad albero e coppia conica.
Ciclistica: telaio monotrave in acciaio, inclinazione asse di sterzo 25°, avancorsa 105 mm. Sospensione anteriore: forcella regolabile a steli rovesciati da 40 mm, escursione 120 mm; sospensione posteriore: forcellone in acciaio con monoammortizzatore regolabile. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-17”; posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 180/55-17”. Freni: anteriore a doppio disco semiflottanti di Ø 320 mm, pinze a 4 pistoncini contrapposti; posteriore a disco fisso di Ø 282 mm, pinza a 2 pistoncini contrapposti.
Dimensioni e peso: interasse 1490 mm, lunghezza 2150 mm, larghezza 785 mm, altezza sella 800 mm. Peso a secco 226 kg.
La pratica e semplice strumentazione: si notino i semi manubri e i registri di regolazione della forcella. |
Su MCN, uno dei magazine motociclistici europei più autorevoli, è disponibile una scheda dettagliata sulla Guzzi V11 Le Mans, da cui ho estratto e tradotto la model history qui di seguito:
1999: Lancio V11 Sport.
2001: Acquisizione Aprilia. Lancio V11 Naked, V11 Rosso Mandello e V11 Le Mans carenata.
2002: La Rosso Mandello esce di produzione. Lancio V11 Le Mans Tenni (edizione limitata della Le Mans) e V11 Sport Scura (edizione limitata della Sport con sospensioni Ohlins ed elementi in carbonio).
2003: Lancio V11 Sport Ballabio (variante della Sport con cupolino), V11 Le Mans Rosso Corsa (variante della Le Mans con sospensioni Ohlins) e V11 Café Sport (variante della Sport con sospensioni Ohlins e carena). La Sport Scura, la Naked and la Tenni escono di produzione.
2004: La Sport e la Le Mans escono di produzione.
2005: La Ballabio, la Rosso Corsa e la Café Sport escono di produzione.
2001: Acquisizione Aprilia. Lancio V11 Naked, V11 Rosso Mandello e V11 Le Mans carenata.
2002: La Rosso Mandello esce di produzione. Lancio V11 Le Mans Tenni (edizione limitata della Le Mans) e V11 Sport Scura (edizione limitata della Sport con sospensioni Ohlins ed elementi in carbonio).
2003: Lancio V11 Sport Ballabio (variante della Sport con cupolino), V11 Le Mans Rosso Corsa (variante della Le Mans con sospensioni Ohlins) e V11 Café Sport (variante della Sport con sospensioni Ohlins e carena). La Sport Scura, la Naked and la Tenni escono di produzione.
2004: La Sport e la Le Mans escono di produzione.
2005: La Ballabio, la Rosso Corsa e la Café Sport escono di produzione.
Con tipico humor anglosassone, la rivista inglese commenta: “Scarsa qualità e inaffidabilità Moto Guzzi? Fattori radicalmente annullati, in seguito all’acquisizione del marchio da parte di Aprilia nel 2001, e spariti su tutte le varianti successive della V11. Se si desidera guidare un’italiana vecchia scuola dal peso elevato, costruita con componenti moderni, dalle ottime finiture e con stile da vendere, non si può considerare altro che la V11”.
L'anteriore della Le Mans con il doppio disco anteriore flottante Brembo Serie Oro da 320mm in evidenza. |
Passo ancora qualche istante a contemplare la Guzzi, tentando di ricordare il sound degli scarichi e immaginando la coppia cattiva, il calore delle testate sporgenti sulle ginocchia e il contatto degli avambracci col serbatoio. Ho un solo rimpianto: non averla ancora guidata in movimento, per assaporare la tanto amata “spinta trasversale” del potente V di Mandello…
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Il faro e portatarga non sono originali ma aftermarket.
RispondiEliminaQuest'esemplare è il 1 tipo, già dal 2 tipo vi furono milgioramenti sostanziali.
gli scarichi sono quelli del kit racing in titanio con
RispondiEliminacentralina dedicata per gli stessi..... in piu' si vedono nelle foto i filtri aria piu' liberi montati direttamente sui corpi farfallati...
il fanalino posteriore non e' quello originale....
Confermo targa, portatarga, freccie e fanale posteriore sono aftermarket.
RispondiEliminaDa ex- proprietario di uno splendido V11 LM rosso corsa anche il cupolone lo vedo strano. Non mi sembra l'originale ma più largo e alto incluso il plexi che è decisamente più ampio. Ma magari sono bollito io.
Comunque è una delle poche moto che rimpiango ancora adesso. Semplicemente stupenda con un fascino unico.
Anonimi, Marsa,
RispondiEliminaChe dire? Adoro scoprire certi piccoli dettagli che solo veri appassionati ed esperti come voi sono in grado di snocciolare.
Grazie e lunga vita alla LM!
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaEliminato su richiesta dell'autore, che ringrazio per le informazioni.
Eliminacomunque io ho un v11 del 1999, pre aprilia e pre piaggio...ha 13 anni e oltre 100000 km e posso dire che per affidabilità e qualità dei materiali è ottimo...manco un difetto, solo ordinaria manutenzione...e faccio scaricare almeno una volta al mese il tachimetro :))) per me la più bella moto di sempre (il v11 sport 1a serie non le mans) e una delle migliori, essendo io amante delle sportive "all'italiana".
RispondiEliminaGrazie per il commento e altri 100000 di questi km con il V11!
EliminaPossiedo un Le Mans rosso corsa, è una moto fantastica per la linea e per le emozioni che ti regala nella guida, non è la moto plug & play per godere delle sue meraviglie devi imparare a conoscerla, personalmente dopo 3 anni di fermo ho impiegato 1 mese di guida per tornare a farla danzare tra le curve. Pregi gran coppia motore , stabilità, precisione di guida, ottima frenata, componenti di alto livello. Difetti peso, vibrazioni che infastidiscono nelle lunghe percorrenze, mancanza maniglione per il passeggero, tachimetro a filo meccanico che ogni tanto si rompe. Affidabilità al momento nessun difetto da segnalare (40000 km). Marco
RispondiEliminaGrazie per il tuo feedback, Marco. La Le Mans è una gran moto!
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