domenica 19 giugno 2011

Siamo tutti vintage victims?


Lo ammetto, faccio parte della folta schiera di quelle che ribattezzerei le vintage victims. Forse perché da un paio d’anni sono entrato nel target d’età 35-44.  Di conseguenza sembra naturale per me aggrapparmi all’effetto evocativo dei modelli che spopolavano all’epoca dei miei vent’anni. Quando, in tempi non sospetti, acquistai la mia Triumph MC, la massa considerava la Bonnie un mezzo cancello e la Scrambler un esperimento di marketing con scarse probabilità di sopravvivenza e con un discutibile scarico laterale che preoccupava i più scettici (“ti bucherà i jeans”, “ti arrostirai il polpaccio”, “la tua zav ti rinfaccerà a vita quel silenziatore incandescente sulla coscia”…). Una scelta vintage friendly per cui fu necessario un pizzico di follia mista a una spolverata di romanticismo jamesdeaniano.


La parola vintage proverrebbe dal latino vendimina (vendemmia) e dal francese l'age du vin, che indica il grado di pregio di un vino tipico di una particolare annata. Come confermato dagli studenti di Marketing, Consumi e Distribuzione Commerciale dell’Università IULM di Milano, quello del vintage è un fenomeno che “si nutre del passato e si ripropone nel presente per lanciarsi nel futuro. Una lotta eterna tra memoria collettiva, ovvero la moda, più diffusa tra le fasce di età giovani, e memoria sociale, cioè la tendenza a replicare le nostalgie del passato, incorporando abitudini, usi e stili del tempo che fu nelle pratiche di consumo moderne, tipica delle fasce più adulte”.
Ma sarà poi vero che questa attrazione verso la rievocazione del passato, in base alla memoria e alla nostalgia, si fa così evidente intorno ai famigerati anta?


In occasione della pubblicazione del cliccatissimo post della scorsa settimana, dedicato al fascino eterno della Moto Guzzi California, ho ricevuto e letto con attenzione tutti i commenti dei lettori, anche quelli sulla pagina Facebook e sui vari forum motociclistici a cui sono iscritto. Il dibattito si è acceso sul confronto tra la necessità di investire ulteriormente in “operazioni nostalgia” e quella di continuare a ricercare l’innovazione stilistica. Il commento che più mi ha colpito è quello di SuperIII, il quale afferma: “E vabbè, ma si finisce sempre per guardare sempre più indietro invece di guardare avanti...”. Il punto sembra essere stato centrato in pieno perchè il fenomeno del restyling di modelli storici da parte delle case costruttrici è sempre più diffuso ed evidente. Degna di nota la replica di Natan: “Avanti, indietro: il buono c'é da entrambi i lati... chi vuole il nuovo a tutti i costi e rinuncia al vecchio, é vecchio dentro, tanto quanto quello che rifiuta...”. Insomma il vintage è avanti. E continua: “Il mercato europeo fa bene a distinguersi da quello jap mantenendo un legame con il passato...”. Due posizioni diverse quindi, una a favore dell’innovazione stilistica e l’altra più conservatrice.


Sono sempre di più i nuovi modelli disponibili sul mercato, creati come reinterpretazione dei classici del passato. Triumph è stata forse la prima a crederci e, con il gruppo delle Modern Classic, Bonneville, America, Thruxton e Scrambler, si ritaglia da anni una discreta fetta di apassionati. Anche Ducati ci ha provato tempo fa con le Sport Classic. Così anche Kawasaki, con la recente W800, Guzzi, con la V7, e persino Yamaha, con Tenerè e Supertenerè. Senza dimenticare il rilancio della straclassica Vespa PX da parte di Piaggio, il consolidamento delle monocilindriche Royal Enfield o il ritorno del marchio Norton. Un fenomeno già collaudato nel settore auto, attraverso modelli trendy come Mini, New Beetle o 500, per fare qualche esempio. Questa tendenza, che, per utilizzare un termine che mi ricorda la prof di Italiano e Storia, si potrebbe denominare neoclassicismo motociclistico, è la conseguenza più naturale dell’affannosa e costosa ricerca di nuovi spunti stilistici da parte del mercato recente.


Anche in tema di motociclette, non mi è mai piaciuto fare l’anarchic. Proprio non mi vedo a girare per Roma su un Honda DN-01 o su una, peraltro affascinante, VFR1200F. Ma anche la definizione di bacchettone mi va stretta e certo non arriverò mai a dire: “quelle degli anni ’70 si che erano vere moto!”. Tuttavia, per quanto mi sia impossibile negare il crescente fascino che certe moto d’epoca e certi restyilng esercitano in me, credo che l’intero settore non possa fare a meno di guardare avanti, alla ricerca di nuovi spunti, nuovi modelli, nuovi propulsori, nuovi crossover e nuovi esercizi stilistici. Anche perché, finchè non uscirà una nuova rivoluzionaria idea, una nuova CB Four, una nuova 883, una nuova Bonneville, una nuova XT600 o una nuova Monster, nessuno dei nostri pronipoti potrà mai trasformarsi in una futura vintage victim. Né potrebbe vivere l’impareggiabile goduria di guidare un modello che avrà fatto la storia delle due ruote…

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6 commenti:

  1. Ho avuto da poco l'opportunità di provare una W800 e in precedenza ho avuto una Scrambler.
    Sono anch'io vittima del vintage ma ne subisco più il fascino che la sostanza. Alla fine queste moto rimangono belle ma con pochi margini: ruote a raggi, serbatoio ellittico, sela lunga e trapuntata, specchietti tondi, faro tondo, cromature. Insomma, le linee si assomigliano molto. In più le moto rimangono inguidabili e "pericolose" (la W800 ha un freno a tamburo!!). Sono divertenti da passeggio ma non bisogna illudersi di avere una moto con standard di sicurezza attuali.
    Per questo mi sono chiesto perchè comprare una W800 e magari non una moto realmente degli anni 70? I vantaggi che ho trovato sono l'affidabilità dell'elettronica, l'inquinamento e la tenuta delle plastiche e guarnizioni. Per il resto meglio prendere una moto "vecchia" magari sistemarla, non avere l'illusione fittizia di modernità e sicurezza e quindi andare piano e avere un mezzo che tiene il prezzo.
    Certo, per far questo servirebbe tempo e denaro e non avremmo mai una moto da tutti i giorni ma se devo prendere una old style pensando di usarla tutti i giorni bisogna che mi trovi un amico fisioterapista per la schiena.

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  2. come dice un mio amico " Nostalgia Canaglia "

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  3. Post interessante, Alberto. Credo che comunque tu abbia colto il segno nel momento in cui hai scritto "finchè non uscirà una nuova rivoluzionaria idea, una nuova CB Four, una nuova 883, una nuova Bonneville, una nuova XT600 o una nuova Monster, nessuno dei nostri pronipoti potrà mai trasformarsi in una futura vintage victim".
    Penso che il succo del discorso sia proprio qui. Solo ciò che rappresenta quanto più avveneristico e rivoluzionario in un preciso momento storico riesce- poi- a diventare un classico senza tempo. E -al contempo- solo chi ha vissuto in quel momento storico riesce ad apprezzarne appieno il valore evocativo, e a pagare per quel valore.

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  4. Come non quotare NKW?!? Non per nulla nel mio box c'è una moderna V-strom e una vecchia Benelli 354 Sport II dell'85 che sto restaurando. E' stata la moto sognata durante i miei 20 anni, senza poterla avere :-(. Ora è lì, tutta smontata, la sto sistemando con le mie manine e presto sarà la moto con cui andare a prendere un caffè a Roma o fare una tranquilla passeggiata ai castelli.
    Il fascino della mia 354 (o dei miei 20 anni???) non potrà mai essere sostituito da una Bonnie, per altro spettacolare, costruita l'altro ieri!

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  5. Il vintage mi ha sempre attirato in tutte le sue espressioni, credo principalmente perchè è un richiamo ad un periodo in cui tutto quello che si faceva era moderno ed artistico contemporaneamente. E buona parte di quello a cui si fa richiamo adesso è rimasto nella storia e nella mente, ed è rimasto anche come punto di riferimento. E se lo è vuoldire che un certo valore lo ha.
    C'è anche da dire che che tutto adesso viene consumato molto più velocemente, che ha una vita troppo breve, nasce già con l'intento di avere vita breve.
    Mi trovo d'accordo con NKW quando ricollego questa tipologia di moto al divertimento, al piacere di guidare, molto di più rispetto all'esasperata tecnologia di adesso.

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  6. Non sono della stessa opinione di NKW. Sono proprietario di una Bonneville T100 e, ad essere sincero, definirla "inguidabile e pericolosa" mi fa pensare che tu non ne abbia mai avuta una o che tu abbia preteso da "lei" prestazioni da naked moderna! Seguendo il tuo ragionamento dovremmo eliminare dal mercato un bel po' di moto(vedi HD e Moto Guzzi).

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