sabato 12 febbraio 2011

Sicilia: Da Catania a Contrada Pietralunga (En)


Per raggiungere Contrada Pietralunga parto da Catania di buon mattino con l’intento di fotografare paesaggi aridi, quasi immobili. Così, alla guida comoda (e lenta) della mia Suzuki Gn 125, percorro le strade d’uno dei territori più affascinanti e primitivi dell’isola, situato al confine, tra le provincie di Catania ed Enna. Il sole siciliano d’Agosto, si dice, spacchi le pietre, ma per una fotografa motociclista queste sono “le sfide” che rigenerano spirito e passione.


Un intenso giallo-ocra ricopre e risplende sulla terra di questi luoghi, dovunque il riverbero della luce è accecante e sollecita duramente la vista. L’alta temperatura, inoltre, (38-40 gradi) non concede tregua: Non v’è brezza nemmeno in sella. Tuttavia, la bellezza del paesaggio è tale che m’invoglia a proseguire il tour, libera come un mustang.


Durante la realizzazione dei miei moto-reportage, solitamente, non mi soffermo ad annotare le indicazioni stradali, i chilometri parziali o le pietre miliari, viceversa è attraverso la fotografia che approfondisco il racconto d’un luogo, d’un paesaggio. Lascio fare al mio intuito ed alla modesta esperienza in campo.


Uno dopo l’altro, si affacciano lungo la strada scenari arcaici e bucolici. Sono affreschi naturali, come il passaggio indisturbato d’un gregge, o la presenza di un piccolo lago, riserva d’acqua rara e preziosa, o l’aria pacifica d’una masseria circondata da alberi di fichidindia. Mi fermo ad “ascoltare” ciascun paesaggio, contemplando la memoria del luogo che mi riporta alla mente figure, sapori e odori d’infanzia.


Vado avanti e salgo di quota. Ad un certo punto del percorso il paesaggio antropizzato sembra svanire. A perdita d’occhio v’è terra incolta, recintata da filo spinato dal quale svolazzano brandelli di nylon. All’orizzonte la veduta integrale del vulcano Etna. Nelle orecchie il suono acuto del vento e, col naso all’insù, guardo lo spazio di cielo più vasto e limpido mai osservato prima d’ora.


La strada, adesso, attraversa Contrada Pietralunga e divide le sponde degli altipiani d’argilla. Sono arrivata alla méta del mio viaggio. Questo luogo è davvero selvaggio, arido e inospitale, ma solo all’apparenza. In realtà, tra i suoi canyons, vive un inestimabile patrimonio di bio-diversità. Beh! Mi godo lo spettacolo. Alla prossima. (19/08/2010)

Giusanna Di Stefano

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L'autrice di questo foto reportage, Giusanna Di Stefano, nasce a Catania nel 1965. Fotografa reporter e documentarista indipendente, inizia nel 1987, ha studiato arte e si è specializzata in fotogiornalismo. Ha lavorato per la pubblicità, la moda, il reportage, pubblicato su riviste nazionali come Rockstar e Motociclismo. Dal 2003 si dedica a progetti personali finalizzati ad approfondire temi ed argomenti di natura socio-antropologica e ambientale. In questo periodo si occupa di nuovi progetti che esplorano la dimensione del viaggio.
Contatti: t (+39) 339 22 135  68 - e-mail phreporter@giusannadistefano.it - web www.giusannadistefano.it.

2 commenti:

  1. Ringrazio di cuore Giusanna Di Stefano per il report emozionante e per le superbe immagini... Sono certo che a questo seguiranno altri imperdibili foto reportage realizzati a bordo della sua inarrestabile e fedele Suzuki GN125!

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  2. Luoghi sconosciuti anche per me che sono del luogo ..ma forse poco conosciuti per scarsità di curve ?
    Dovremmo conoscre meglio la nostra terra prima di andare a cercare l'avventura in terre lontane .

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