venerdì 25 febbraio 2011

Leggere la strada


Leggere. Secondo il dizionario di lingua italiana questa espressione ha molteplici significati in senso figurativo: interpretare, analizzare prodotti o anche un fatto, un comportamento, degli eventi; capire il significato di segni particolari; scoprire, intuire, conoscere o riconoscere come se si leggesse.
Anche noi "piloti" di moto, istintivamente, svolgiamo questa delicatissima attività di lettura applicata alla strada: lungo una via urbana, su una strada bianca o su un sentiero, in tangenziale o in autostrada.

Ho la fortuna di avere un inconsapevole comico accanto a me quasi tutti i giorni. Quando gli ho parlato della mia idea di coinvolgere un po' di amici motociclisti nell'interpretazione dell'espressione "leggere la strada", spontaneamente m'ha risposto: "e che ce vole a legge' la strada? basta solleva' la capoccia a n'incrocio pe' sapè che stai a via del Corso"...

Be', c'è sicuramente un senso più profondo e soggettivo per questa espressione. Ecco le opinioni di alcuni amici, che molto generosamente si sono offerti di dire la loro su questo tema così aperto.

Ergal. Blogger e autore del celebre magazine online Ruote Rugginose. Ha 26 anni (27 ad aprile...) e guida una Triumph Legend 900 cafè racer:
"L'animo da lupo solitario che mi è stato installato alla nascita mi porta spesso ad uscire in moto senza avvertire nessuno, senza meta precisa ed ovviamente in completa solitudine. A volte ho la sensazione che sia l'anima della mia motocicletta a decidere dove si andrà e con quale andatura. Verso il mare, la montagna  e giu tra i boschi. L'occhio corre prima del corpo, un mucchio di foglie, una pozzanghera, attento a quella ghiaia, stacca, piega, l'asfalto è un alfabeto braille che leggiamo con i pneumatici, spalanchiamo il gas e in un attimo i pensieri si annullano....è il cuore a parlarvi. Vi siete mai chiesti perchè quando ci togliamo il casco abbiamo gli occhi lucidi?".

Giusanna Di Stefano. Fotografa reporter e documentarista. In questo periodo, spesso a bordo della sua inseparabile Suzuki, si occupa di nuovi progetti che esplorano la dimensione del viaggio (giusannadistefano.it):
"La strada non ammette errori di lettura. Per evitare inconvenienti e pericoli basta essere coscienti e consapevoli delle proprie azioni. In tal senso è indispensabile una sensibile attenzione percettiva ed una ottima conoscenza della segnaletica stradale. Nell'aspetto creativo e metaforico, invece, la strada è un palcoscenico ricco di storie, contrasti e paradossi. La strada offre a chi sa guardare, a chi sa scambiare, è come un libro aperto nella realtà quotidiana, collega noi agli altri e al mondo, e talvolta, noi al futuro".

Gianluca Teodori. Giornalista e docente di comunicazione, appassionato di motori e cronaca giudiziaria. Tra un editoriale e un'intervista non perde occasione per cavalcare il suo italianissimo Guzzi 750:
"Leggere la strada è un concetto che racchiude tante cose, che appiana contraddizioni. Leggere indica un' attività statica, riflessiva, all' apparenza lontana dalla dimensione di chi, in sella, macina asfalto dosando gas, cambio e freni. Eppure appartiene al dna di qualsiasi motociclista l' affinamento della tecnica che i grandi campioni sintetizzano in un' immagine: riuscire a guardare quello che i comuni mortali neanche immaginano, tipo osservare il senso della rotazione di una pallina da tennis e contarne i giri. Ma rimaniamo a noi, che andiamo in moto tutti i giorni e che restiamo lontani dai riflessi inarrivabili di un campione. La lettura è quanto mai necessaria quanto più alta è la difficoltà del terreno da affrontare. Su quello accidentato di un percorso urbano più che lettura diventa elaborazione. Recepire e interpretare i segnali che arrivano da ogni vibrazione, da ogni segnale inviato dalla moto. Sono le gomme i veri sensori e sta al rider agire di conseguenza. La magia della lettura non ha orari. Se motivi di lavoro mi portano ad uscire in orario antelucano, il percorso urbano delle 5 del mattino è pieno di cose. Due cilindri e la città vuota. La lettura accompagnata dal sottofondo del mio Guzzi 750. Prestazioni più che tranquille ma anche Roma può diventare un tracciato. Saliscendi, svolte veloci, gomiti avvallati, nebbia da Tourist Trophy. A quell' ora, capirete......sguardo lontano, avanti, mani sensibili per raccogliere sollecitazioni. La lettura in città significa sicurezza, prevalentemente; il fondo che cambia continuamente, dall' asfalto poroso al sampietrino che scivola e impone cautela, leggerezza sulle pedane e sui freni. E possibilmente evitare scatti del cardano troppo secchi. La lettura è conoscenza: a Roma l' Olimpica è un nastro che negli anni 70 ha mietuto vittime nelle gare clandestine delle Mach III. Lieve pendio, poi scollinamento più deciso, rettilineo e curvoni in discesa nella foschia di Villa Pamphili. Strada larga ma se si asseconda la traiettoria naturale, vicina al rail nel punto di corda del curvone si finisce in un avvallamento infernale. Buche lasciate lì da secoli, il bello di Roma.....La lettura si affina se il percorso è noto ma serve sempre l' occhio laterale....lame di luce, fari di traverso annunciano auto che incrociano. Nella selva delle vetture parcheggiate si possono annidare insidie. Bello leggere in sicurezza ma bello anche leggere con la fantasia. Il curvone di Villa Pamphili può assomigliare alla Piratella di Imola nella mente annebbiata dell' alba. E un cartello, un semaforo, un tombino, possono essere "punti di riferimento" per pennellare una scalata senza sbalzi, per staccare lunghi.....non servono 130 cavalli per sognare da svegli quando la città dorme. Per destarci bruscamente sottopongo altro tema. Tanti dormono per la strada, obbligandoci a letture improvvise: oggi il pericolo più grande sembra quello dei pedoni sconsiderati. Leggere la strada significa anche e soprattutto anticipare..."

Luciano Easyrider Dell'Aquila. Instancabile viaggiatore solitario in sella alla sua Tiger 1050, è il fondatore della fanpage Motociclisti...non semplici possessori di moto!!!:
"Saper "leggere" l'asfalto può fare la differenza tra un motociclista in piedi e uno per terra! Riuscire a distinguere, in una frazione di secondo, una semplice macchia scura da un tratto di strada umido o peggio ancora ghiacciato, ma anche conoscere i limiti di ogni diverso tipo di asfalto...sono queste le cose che possono aiutarti a rimanere in piedi. C'è una sola scuola che può insegnarti queste cose...si chiama strada!".

Tante interpretazioni per un tema molto aperto. A voi la parola... 

5 commenti:

  1. Luciano el Matador2 marzo 2011 alle ore 16:35

    il mio "leggere la strada" è una tensione che mi accompagna costantemente nei miei viaggi.
    E' l'ansia mista a piacere di vedere cosa nasconde la prossima curva.
    E' la gioia di leggere un cartello stradale che -all'inizio del viaggio- immaginavo lontano ed irragiungibile...
    E' la sottile soddisfazione di vedere quanto possa essere naturale seguire un'indicazione per Bratislava piuttosto che una per Messina...

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  2. @ Simone: è vero, a chi non è mai capitatato di emozionarsi alla guida fino ad avere l'occhietto umido e fiero?
    @ Luciano: a proposito di segnaletica, ci confermi che i cartelli stradali in Sicilia siano consì rari?

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  3. Luciano el Matador3 marzo 2011 alle ore 12:36

    Caro Alberto, la rarità delle indicazioni stradali in Sicilia rende il viaggio nell'estremo sud d'Italia una vera scoperta che sfiora la caccia al tesoro.

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  4. :D Noi siciliani magari non ci pensiamo perchè conosciamo le strade un po' meglio, ma i turisti spesso restano perplessi: la scorsa estate 2 amici hanno noleggiato un BMW GS 1200 a Catania per fare il giro dell'isola e un paio di volte si sono smarriti tra le statali e le provinciali nel bel mezzo dell'afa d'agosto...
    Be' a questo punto il consiglio è di portare sempre dietro, se non un navigatore, almento una mappa (e anche un arancino, che non si sa mai)...

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