domenica 6 maggio 2012

Due romanzi, due viaggi in moto


Scrivere un libro è il sogno di tanti. Scrivere un libro di viaggi in moto riesce a qualcuno. Scrivere un libro di viaggi in moto che emozioni davvero riesce a pochi.
Girare tra bancarelle e librerie alla ricerca di racconti di viaggio (possibilmente conlamoto…) che stimolino la fantasia è uno dei miei svaghi preferiti. Sebbene gli scriventi o scribani come me dovrebbero lodare la rete e i siti di free bloggin, promuovendoli come i mezzi migliori dove condividere gratuitamente riflessioni ed esperienze, senza dover sottostare alle logiche commerciali dell’editoria tradizionale, è innegabile che sfogliare e tenere tra le mani un oggetto tangibile come un libro, che profuma di stampa e dove le parole restano impresse per decenni, ha un fascino insuperabile. E pubblicarne uno rappresenta un traguardo straordinario per ogni appassionato di scrittura che abbia una storia da raccontare. 
Nella sezione Viaggi delle librerie è facile trovare libri dedicati ai viaggi in moto, ci sono i classici del compianto Giorgio Bettinelli e i best seller di Ted Simon, ci sono i nuovi autori come Giorgio Serafino e ogni tanto salta fuori anche qualche nuovo esploratore su due ruote che prova ad inserirsi in questa sottile nicchia editoriale.
Nella sezione Guide Turistiche invece si trovano ben altro tipo di libracci scritti senz’anima da chissà chi: le guide che propongono una serie di freddi e anonimi itinerari in giro per l’Italia, secondo il volere dell’editore di turno. Ne sono allergico perché, piuttosto che tenere un mattone di guida sulla borsa serbatoio, preferisco accendere la moto e andare dove mi porta l’istinto, imboccando le strade che sul momento mi affascinano di più. È sufficiente una buona cartina stradale. E via.
Tornado alle librerie, i testi più insoliti e sorprendenti da scoprire sono quei romanzi che affrontano temi più ampi e generici rispetto al motociclismo puro, ma che ricorrono ad esso per esprimere il senso di libertà di cui la moto è emblema. Giorni fa ho beccato due libri freschi di stampa molto interessanti che appartengono proprio a quest’ultima categoria. E li consiglio vivamente.


Il primo è “Stranieri alla terra” di Filippo Tuena (Nutrimenti, 352 pagine, 18.50 euro). Mi incuriosisce la bella immagine di copertina in bianco e nero che immortala la ruota di una moto che sfreccia sull’asfalto: la forcella mi sembra conosciuta, sembra una di quelle prodotte ad Hinckley da Triumph. Come m’insegnò la prof. Patti durante le lezioni di italiano ai tempi delle superiori, do subito un’occhiata alla sintesi, alla bio dell’autore e all’indice, scoprendo che la seconda parte del romanzo racconta un viaggio autobiografico in moto, alla ricerca delle proprie radici, in sella a una splendida Triumph Speed Triple T301 monofaro, immortalata pure tra le pagine del libro. Sul sito della casa editrice è descritto come “un viaggio della memoria in motocicletta sulle strade d'Italia, verso Roma, per tornare alla casa di famiglia, ai corridoi e le tappezzerie, le foto d'infanzia, i genitori, al catalogo amaro degli scomparsi e di quello che resta. Con un'eccentrica tappa conclusiva”. Aggiungo anche un breve estratto dal libro: “Un motociclista ha potere sul tempo e sullo spazio e può interrompere in ogni momento la sua corsa anche se ha il sospetto che sia il tempo ad avere su di lui potere assoluto tanto da poterlo condurre attraverso deviazioni imprevedibili di fronte a panorami inattesi”.


L’altra sorpresa è il quarto libro più venduto in Italia e il secondo nelle librerie Feltrinelli: non lo sto certo scoprendo io, ma promuovere la cultura non è mai superfluo!
Di nuovo, ad attirare la mia attenzione è l’immagine di copertina: una Harley Davidson stilizzata, superaccessoriata e stracarica di bagagli, su uno sfondo verde fluo. “Se ti abbraccio non aver paura” di Fulvio Ervas (Marcos y Marcos
, 320 pagine, 17 euro) è la vera storia di Franco, padre disposto a tutto per combattere la malattia del figlio, e Andrea, un ragazzo autistico dall’abbraccio dirompente. Un'avventura coraggiosa e imprevedibile raccontata con umorismo: in fuga da terapie di ogni genere, padre e figlio partono insieme per un viaggio diverso e senza meta. Tre mesi in moto tra strade, deserti e città, 38mila chilometri attraverso l'America, verso il Messico e fino alle foreste del Guatemala e dell’Amazzonia. Durante il viaggio i ruoli tra i due si ribaltano e non si sa più chi sia “diverso”. Il genitore impara dal figlio ad abbandonarsi alla vita e finisce per desiderare di rimanere in viaggio con lui per sempre. Credetemi, vale la pena salire su quella Harley con Franco e Andrea.

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