domenica 5 febbraio 2012

Lazio: l'inverno sui laghi Lungo e Ripasottile (RI)


Non tiro fuori la moto dalla rimessa per un giro fuori città da prima di Natale. Da allora la quarta marcia non è più stata ingranata. Decisamente troppo per i miei pruriti. Il giro di gennaio è sempre uno dei più affascinanti dell’anno: fa molto freddo, non so che condizioni troverò sull’Appennino, se le strade provinciali secondarie saranno ghiacciate, se improvvisamente verrà giù uno scroscio d’acqua. Devo approfittarne, non ci sono blocchi della circolazione in città, non sono più costretto a risparmiare benzina per far fronte allo sciopero dei tir, non ho impegni improvvisi e il gelo siberiano arriverà solo il prossimo weekend. E poi devo inaugurare a dovere il nuovo pantalone tecnico in Goretex comprato in saldo!
È la prima volta che riesco a stipare tutti i piccoli bagagli nelle tasche della fidata vecchia giacca Frank Thomas: oggi sembra più capiente del previsto, ho persino scoperto tre nuove tasche, una posteriore esterna e due sublaterali! Non so dove mettere la bomboletta d’emergenza per le forature e faccio finta di dimenticarla dentro lo sgabuzzino. Questa volta me la gioco senza superstizioni fantozziane.


Farà buio presto e decido di non superare i 100 km di raggio d’azione, sufficienti a raggiungere il territorio di una delle province laziali che preferisco: il reatino. Lungo la umida SS4 soffro un po’ di freddo alle mani: ho sopravvalutato i miei guanti invernali, quindi compenso spostando a turno le mani dal manubrio agli sfoghi dell’aria calda del motore.
La Salaria scorre monotona: rom in attesa alle fermate del bus, accanto le concessionarie di auto di lusso; gruppi di motociclisti radunati ai distributori di benzina, a pochi passi dalle prostitute moldave sotto i viadotti; la linea ferroviaria lungo le campagne sempre più invase dal cemento dei capannoni industriali.


In appena un’ora di viaggio arrivo a Rieti, imbocco viale Maraini e presto le ruote della Triumph solcano la SS79 Ternana. Impossibile non scorgere l’imponente cima innevata del Terminillo: farà da sfondo per gran parte della giornata. Il freddo torpore della trasferta finisce qui, adesso è il momento dello sballo!


Prima di accedere al territorio protetto della riserva naturale tra Rieti e Terni, non resisto all’impulso irrefrenabile di infilarmi dentro un’invitante, lunga strada bianca che delimita i campi. L’erba è asciutta, il fango secco, il posteriore della moto stabile: posso procedere sicuro e gaudente.
Torno sulla Ternana, poche centinaia di metri e attraverso il confine della Riserva Naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile, area tagliata in due proprio dalla statale e lambita ad ovest dal fiume Velino.


Per ammirare meglio il primo dei due laghi, il Lungo, mi concedo una nuova deviazione: lascio la SS79 e imbocco la via Torretta, una striscia di asfalto grezzo, interrotta da ponti e ruscelli, che conduce alla frazione di Fantauzzi. A metà strada, sulla sinistra, un anonimo accesso sfocia sulla riva del laghetto, dove un piccolo pontile permette di contemplare il silenzio e la fauna palustre. Con una canna da pesca chiunque troverebbe il suo eden.


La via Ternana è il comune denominatore di questo itinerario, va immaginata come una lisca di pesce asfaltata che dispensa mete da visitare. Da non perdere Poggio Bustone, luogo natale nientemeno che di Lucio Battisti, ora immortalato in una nostalgica statua in bronzo all’ingresso del paese. I suoi concittadini non lo amano moltissimo, pare che il celebre cantautore sorvolasse sulle sue umili origini.


Da vedere la Porta del Buon Giorno, all’’ingresso del centro storico, e il panorama, oggi un po’ velato, della valle reatina.  Da gustare la locale porchetta artigianale, in vendita in parecchie botteghe del paese. Squisita.


Questa zona di confine tra Lazio e Umbria è conosciuta anche per la presenza di santuari francescani e il primo che visito è proprio il Convento di Poggio Bustone. Che pace! Nel mio abbigliamento scuro da astronauta su due ruote, suscito gli sguardi timorosi dei fedeli fuori e dentro il luogo sacro, ma faccio amicizia con Frate Renzo, un francescano simpatico e spilungone con tanto di barba, saio e sandali, dagli occhi buoni e dalla disponibilità tipica dell’ordine di cui fa umilmente parte. Ci ritroviamo a parlare di amicizia e spiritualità e alla fine Renzo mi omaggia a sorpresa con un immaginetta di Francesco d’Assisi, una croce francescana in legno e una copia del libro che ha scritto, “I sentieri Amicizia”. Lego il bottino benedetto alla sella e riparto.


Attraverso la provinciale, muovo verso Rivodutri. L’asfalto è ottimo, pochi rischi eccetto i numerosi Autovelox di colore azzurro puffo all’ingresso di ogni centro abitato della valle. Spero di non averne beccato nessuno, anche se mi tranquillizza la mia indole spontanea a non arrivare mai a gas spalancato in prossimità delle zone urbane. Giunto in paese mi fermo in piazza ad ascoltare i canti intonati in coro dalla popolazione locale e suonati dalla banda musicale. Forse in vista del carnevale, che da queste parti è molto sentito.


Chiedo informazioni per il Molino di Santa Susanna, uno dei pochi ancora funzionanti e alimentati dalla forza naturale della sorgente d’acqua. Ma il mulino è chiuso: avrei acquistato volentieri un po’ della sua preziosa farina 00. Mi consolo con una passeggiata a piedi lungo le sponde della sorgente. Limpida e rigogliosa l’acqua sgorga dal sottosuolo. Viene voglia di spogliarsi delle protezioni e gettarsi dentro, ma con 4°C di temperatura esterna è decisamente sconveniente.


La provinciale prosegue verso Morro, guidare la Triumph è uno sballo. Poche auto, belle curve, tornanti frequenti. E non fa poi così freddo. Raggiunto il paese, trovo un altro microscopico centro storico pieno di scale e gradoni. I pochi abitanti, allertati dal rombo del bicilindrico Triumph, sbirciano dalle case dietro le persiane. Mi fermo sotto un portico: un’occhiata alla cartina e due chiacchiere con una coppia di teenager arrivati fin qui nientemeno che a bordo di una microcar! Tempi loro.


Ancora una volta mi ricongiungo alla SS79, la strada maestra della riserva. E attraverso da est a ovest il territorio protetto, sfilando Colli sul Velino, godendomi il panorama sul lago di Ripasottile e dirigendomi lungo la SS675, a tutta birra, verso Greccio, dove ho appuntamento con Maria. No, non è la mia amante, ma la simpatica anziana oste della Trattoria del Viaggiatore. Mi attende con materna apprensione dietro la porta a vetri del locale: ho ritardato un po’ rispetto all’orario di prenotazione e lei evidentemente era un po’ preoccupata. Il momento in cui scendo dalla moto per pranzare è indubbiamente uno dei più attesi della giornata: via l’armatura da templare, sosta rinfrancante e rinfrescante alla toilette ed eccomi più che pronto a lasciarmi consigliare i piatti del giorno dalla sora Maria. La scelta cade sugli squisiti cannelloni alla Francescana, fatti in casa con ragù di carne fresca di vitello: “laudato sii o mi’ signore”! Broccoletti ripassati, crostata della nonna e caffè chiudono i giochi.


D’obbligo a quel punto una camminata digestiva lungo i vicoli e le case in pietra del centro di Greccio, dove è molto forte la tradizione del presepe. Anche qui solo poche fortunate anime che si godono una quiete strabiliante. A nord del paese un altro convento arroccato sulla parete della montagna: i frati che lo costruirono probabilmente erano più abili muratori e alpinisti che santi!


Mi rimetto in sella: straconsigliatissimo per godersi la moto e per modellare le gomme a piramide, il tratto di strada tra Greccio e la località Spinacceto.
Prima di rientrare a Roma verso un agognato bagno caldo, raggiungo l’ultima tappa, Contigliano: perla da visitare a tutti i costi. Impossibile non lasciarsi divorare dalla maestosità della Colleggiata di San Michele e dal fascino storico della Porta dei Santi. Mi faccio convinto che passarci sotto porta fortuna. Stranamente ho caldo, forse è l’effetto energetico postumo della cucina casereccia della sora Maria…


L’imbrunire è sempre più vicino, inizio a scorgere il bagliore del faro anteriore della moto sull’asfalto. Ho un ultimo desiderio: fare una preghierina al vicino santuario di Fonte Colombo. Lassù fa un freddo polare e tira pure un venticello di tramontana che potrebbe seriamente compromettere il mio rientro verso Roma. Così, dopo un mai superfluo Padre Nostro e la tradizionale sequenza di preghiere catechistiche, chiedo a San Francesco un gran dono: quello del supporto termico garantito durante i successivi 90 km… Frate Renzo, non biasimarmi.

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Informazioni utili:

Dove mangiare:
Trattoria del viaggiatore, piazza Roma 12, Greccio (RI), tel. 0746 753105.
Trattoria Le Fontanelle, via Madonna del Piano 6, Contigliano (RI), tel. 0746 707143, www.agriturismolefontanelle.com.
Dove dormire:
Agriturismo San Pastore, via Terni 43, Contigliano (RI), tel. 06 5098358,
www.sanpastore.it.

Costi del viaggio: carburante 25 euro, pranzo e bevande 19,50 euro.
Chilometri percorsi: tot. 290




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4 commenti:

  1. ..GRAN BEL GIRETTO E REPORT FATTO COME SI DEVE !
    COMPLIMENTI

    Francesco

    www.francescoinviaggio.it

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  2. Bella alb , mi piace la enduro ...vissuta :-)
    Bello il lato in cui parli dei luoghi francescani , io abito in toscana , e la verna è a 30 km da me ...
    Ma la chiesa che s'intravede ?? bella !

    Marco

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  3. @ Francesco: grazie, più tardi farò un giretto sulla tua pagina! ;)
    @ Marco: grazie, le chiese nelle immagini sono: quella del Santuario di Poggio Bustone (foto con Frate Renzo), quella di Greccio (foto con me che cammino con il casco in mano) e quella di Contigliano (ultima foto della sequenza).

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  4. Anche io vorrei visitare questi posti incantevoli, magari quando risale un po' la temperatura! ;-)

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