Già l’anno scorso mi ero pentito di non aver organizzato una trasferta a Verona per ciò che da molti viene definito “quello che era l’eicma prima che diventasse l’eicma”. Trafelato come al solito, pochi giorni fa, alla faccia della crisi universale, ho trovato l’energia e l’entusiasmo per organizzare un last minute e, tra Trivago e Trenitalia, eccomi a Verona sin dal venerdì sera.
Già su diversi siti e blog circolava qualche anteprima online, ma con i propri occhi tutto assume una forma imprevedibile. Per niente sconfortato né dalla nebbia né dal freddo pungente della città scaligera, di buon mattino sono davanti la biglietteria. Non sembra esserci troppo casino, forse il prezzo non certo popolare (16 chicchi) ha scoraggiato qualche habitué.
Preso dall’entusiasmo di inizio giornata, seguo il percorso partendo dal padiglione 1 e 2, commettendo un errore da vero principiante. E pensare che a tanti ho suggerito di visitare le fiere sempre in direzione opposta: i primi stand di solito sono sempre i meno interessanti (almeno per me). Mi spiego meglio: due enormi padiglioni dedicati al mondo Harley Davidson e al custom in generale sono davvero impegnativi per un motomedioman come me. Con tutto il rispetto, dopo i primi quindici / venti stand ti sei già appesantito i cabbasisi. Va comunque detto che il corner milanese della casa di Milwakee ha impressionato tutti: mastodontico, con uno shop enorme e con almeno trenta commessi!
Per fortuna in mezzo a migliaia di customizer, tra cui il mitico Arlen Ness, ben promozionato da una prosperosa valchiria in posizione ginecologica su una Indian, si riesce a beccare qualche eccezione. Come lo stand Norton, che non avevo mai visitato prima d’ora, con le nuove Commando 961 Sport e Cafè Racer. Bellissime. Molto d’appeal anche l’inedito abbigliamento brandizzato del mitico marchio inglese: lo storico logo mi fa venire i brividi.
Sempre piacevole immergersi nell’atmosfera festosa della Headbanger. Si suona live buona musica rock e chi non si può permettere una delle loro originali custom personalizzate può accontentarsi di una delle due ottime birre brandizzate in listino. Burp… salute!
Tantissimi gli artigiani delle special, ormai diffusi a macchia d’olio specie nel centro nord. Tra tutti spicca Mr. Martini: stand pieno così . Quest’anno il trend sembra spingere molto su estetiche dalle forme più squadrate: selle, fanali, tabelle ed altri accessori cercano alternative più spigolose alle forme ellittiche.
E poi special, special di ogni genere e marchio: Triumph, Norton, Kawasaki, Honda, Harley, Harton, Triton. E accessori, ricambi, abbigliamento per biker sempre più yankee e meno fighettini all’italiana col giacchino griffato.
La mia passione per le t-shirt a tema motociclistico è pienamente appagata: ce n’è un’infinità, non solo quelle viste e riviste prodotte dai marchi celebri, ma tantissime realizzate da designer indipendenti e underground (come Magnitudo o Flake & Flames) che propongono disegni e stili inediti e affascinanti.
Tutto è più alternative e meno conformista, i caschi, le borse, i verniciatori, le giacche, gli stivali, i fanali, gli scaldacollo. C’è talmente tanta offerta che se non mantieni uno schema mentale rischi di andare in tilt!
La cosa bella è che la fiera è piena di stranieri, sia tra gli espositori che tra i visitatori, ed è divertente ascoltare o partecipare a dialoghi in lingue diverse dall’italiano e dal veneto… Altro motivo per cui non potevo mancare è il piacere di aver rincontrato o conosciuto i ragazzi dei tanti forum amici: Triumphchepassione, XT500, Mototurismo, Club Tenerè italia, Ducati Monster Club, Pompone.
La cosa bella è che la fiera è piena di stranieri, sia tra gli espositori che tra i visitatori, ed è divertente ascoltare o partecipare a dialoghi in lingue diverse dall’italiano e dal veneto… Altro motivo per cui non potevo mancare è il piacere di aver rincontrato o conosciuto i ragazzi dei tanti forum amici: Triumphchepassione, XT500, Mototurismo, Club Tenerè italia, Ducati Monster Club, Pompone.
Più passo ai padiglioni successivi, più si avvicinano gli stand ufficiali delle grandi case costruttrici: Bimota (stringo “amicizia” con la Tesi 3D), Yamaha (tutti sul nuovo T-Max… mha!), Triumph (sempre meno convinto dalla Adventure 1200), Honda, Kawasaki (bellissima la special scrambler su base W800), HM (emozionante il tributo alla recente scomparsa di Mika Ahola), Husaberg, Gas Gas (dove ho pensato ai capricci enduristici del mio amico Speedpaolo), KTM, Ducati (tutti sulla Panigale). Lo sballo si affievolisce un po’, tutte le moto esposte già viste a Milano lo scorso novembre.
Due parole anche sulle miss del Motor Bike Expo: meno numerose rispetto ad altre rassegne ma decisamente più genuine, generose (non solo nelle forme) e interattive. Per approfondire date un'occhiata alla gallery sulla fanpage Facebook...
La fiera scorre via, in mezza giornata si può riuscire a visitarla tutta. Se però vai a spulciare, bancarella per bancarella, una giornata non basta. Mi rendo conto di essere poco attento: le offerte sull’abbigliamento moto nei tantissimi stand tra i padiglioni sono convenienti e di ogni genere, anche sui marchi migliori. Se solo avessi aspettato… Devo ammettere che almeno su questo quel minchione di Flash aveva ragione. La cosa che mi ha intrippato di più stavolta però è stato il carrello per trasportare la moto: sarebbe favoloso per viaggi a lungo raggio, ci metti dentro l'officina, i ricambi, i rifornimenti. Comodo. Poi ci rifletto: a quel punto sarebbe più onorevole darsi ai camper.
Un ultimo aneddoto per concludere. Cosa fanno gli harleysti dopo la fiera? Si ubriacano? Vanno a lucidare le loro Sportster? Si sparano 1000 km tutti in una botta come Sonny Barger? Forse qualcuno. Ma due di loro, simpatici, barbuti, tatuati e con i gilet ricoperti di patch e spillette, li ho beccati in via Mazzini, al centro di Verona, dentro il negozio Tod’s! Anche questo è rock’n’roll!
come al solito sei riuscito a farmi "entrare" in fiera
RispondiEliminagiuliano