domenica 25 settembre 2011

Triumph Speed Triple: lo sguardo folle di Hinckley


La fine degli anni ’90, una sera d’estate tra le luci dei locali in centro. Sfilata di ragazze in tiro e belle auto, come in qualsiasi cittadina di provincia. Nella mia mente c’è un’immagine rallentata, come fosse quella di un film, accompagnata da un suono, anzi da un sibilo, poi diventato inconfondibile. Quando due grandi occhi luminosi si avvicinano alla folla, inizio a riconoscere le forme rese celebri nei film d’azione di Tom Cruise. È questo il mio ricordo del primissimo incontro con la Triumph Speed Triple. Una moto, una filosofia motoristica, uno stile che hanno conquistato migliaia di biker in Italia e in mezzo mondo, un mito che ancora oggi resiste alla concorrenza e che resta fieramente in produzione e in vendita nella reinventata versione 2011.
Seppur sia impossibile non considerare il passato e il futuro della Speed, la gloriosa T509 e la performante 1050, ad oggi la versione più emozionante per gli appassionati e di maggior rottura per il mercato motociclistico non può che essere la 955. Una moto che ammiro da sempre e che per un motivo o per un altro non sono mai riuscito a possedere, ma che, grazie ai tanti amici triumphisti speedmaniaci, ha fatto spesso parte della mia vita di biker e che tuttora “affolla” le mie scorribande on the road con la SRT, regalandomi sempre immenso piacere. Una moto che va trattata con il dovuto rispetto e raccontata con cognizione di causa in ogni sfumatura.

La Triumph Speed Triple MY2000 di Sandro Zornio.

Tempo fa mi appassionai alla storia del compianto Carlo Talamo, celebre per aver riportato in Italia il marchio Triumph, raccontata su Fedrotriple.it. Ho divorato quasi tutte le pagine del sito e, ammirato dalla cura e dalla completezza delle informazioni e delle fonti, pur conoscendo decine di triumphisti, autorevoli testimonial della Speed, per raccontare ai lettori di Conlamoto.it la fantastica storia della naked inglese, ho scelto proprio il fondatore di quel sito, Sandro Zornio.
Sandro vive nella tranquillità di Conegliano, la piccola cittadina veneta patria del prosecco e del Cima. Racconta di vivere di routine, ma pecca di umiltà: non si comprenderebbe come un uomo quarantenne, innamorato della sua compagna, padre di una bellissima bimba di quasi cinque anni e con un’attività “variegata” che lo porta spesso in giro per affari in Italia e all’estero, riesca a coltivare con tanta determinazione le proprie passioni. Moto e foto: “se ho molto tempo esco in moto o fotografo (o magari vado a fotografare in moto…), se no lavoro sui miei siti”. Ogni tanto qualche raduno con gli amici, “in collina, verso le Dolomiti o per un caffè Al Bolognese, sul lago di Santa Croce”, o una punta in pista. E poi la Superbike: “in Italia, del mondiale, non mi perdo una tappa… ovviamente vado a fotografare!”. Sandro raccoglie i suoi scatti delle gare di Biaggi, Melandri e Checa su sandrozornio.com.


L’approccio di Sandro con le moto è arrivato tardi, in piena espansione del fenomeno custom. La prima è stata una Yamaha Virago 535: “Ci ho fatto 40.000 km, compreso un giro della Spagna. Una motocicletta onesta che ho tenuto per circa cinque anni”. Poi, nel 2000, la svolta: “Vidi la copertina di Superwheels, raffigurante una bellissima motocicletta in salto con entrambe le ruote staccate da terra. Era la Speed Triple! È stato amore a prima vista, ma temevo fosse troppo potente”. Così temporeggia, prova una naked Honda di media cilindrata, poi sceglie una Suzuki SV 650 bicilindrica, però già dopo pochi mesi il richiamo della Speed si fa sentire: “Ne scovai una del ’98, verde e bellissima. Ma era la 885 ed io volevo il 955. Finalmente nel novembre 2001 trovai la mia: una MY2000 955 nera con un anno di vita che, da allora, dopo 95.000 km, mi regala ancora oggi tante soddisfazioni!”. E d’altronde a quei tempi le naked con potenze elevate iniziavano a diffondersi, modelli che ottennero un buon successo di mercato, come le prime Ducati Monster 900 e, più tardi, le varie Aprilia Tuono, MV Agusta Brutale, Kawasaki Z1000, segmento di cui, senza ombra di dubbio, la Speed Triple va considerata assoluta capostipite.


Quando la popolarità del doppio faro Triumph e del tre cilindri si diffonde, molti ventenni / trentenni di allora restano ipnotizzati da tanto stile e da tanta potenza, ma la storia della la Speed inizia già qualche anno prima: “La Speed Triple nasce nel 1994 e ha come base di partenza la Trident. Il MY1994 è sostanzialmente una Trident 900 con pochi, ma mirati, accorgimenti estetici (verniciatura, cruscotto e poco altro). Si tratta di una motocicletta sostanzialmente datata e figlia di un progetto partito a metà degli anni ’80, quando John Bloor decide di far rinascere il glorioso marchio inglese.
La Speed più celebre, quella con il doppio faro, nasce come costola del progetto T595 Daytona nel 1996. Quando furono presentate le prime immagini della Speed T509 dotata del tre cilindri 885cc, in molti erano certi che in quella veste non sarebbe mai andata in produzione: sembrava nata dentro un garage sotto casa, ottenuta scarenando una sportiva e appiccicandole due fanali, responsabili di quello sguardo folle. Proprio il doppio faro è poi diventato il simbolo stesso della Speed Triple!”.
Nel il 1999 la Speed raggiunse il massimo splendore grazie all’adozione del motore da 955cc: “Se non ricordo male a quei tempi era la naked di serie più potente sul mercato. 2000 e 2001 videro poche modifiche estetiche, mentre un importante restyling arrivò nel 2002: nuova carrozzeria, nuovo motore e nuova strumentazione. Quasi una motocicletta nuova. Dal punto di vista tecnico sicuramente fu un passo in avanti, ma esteticamente, soprattutto nella parte posteriore, la Speed MY2002 è meno bella delle versioni precedenti, tant’è che quest’ultime oggi sono conosciute dagli appassionati come “culo bello”. Appena la MY2002 uscì sul mercato, Carlo Talamo di Numero Tre ne stravolse la linea creando cinque esemplari di Speed S “coda corta”. L’idea piace così tanto agli uomini di Hinckley che si trasformerà nell’elemento caratterizzante della MY2005”.
Proprio nel 2005 la Speed Triple si rinnova completamente: “Nell’estetica, nel motore (che passa a 1050cc), nella strumentazione, nei cablaggi e nella ciclistica, con pinze radiali e forcelle rovesciate all’anteriore”. La 1050 è la Speed più venduta ed anche quella che ha maggiormente contribuito a far conoscere il marchio Triumph anche ai non appassionati del marchio inglese”.
La sua storia prosegue nel 2008 con un ulteriore restyling, in attesa della presentazione della più recente, la MY2011.

Triumph Speed Triple immatricolate in Italia. Fonte fedrotriple.it

Il successo della Speed è evidentemente legato alla personalità estetica: “è una moto che si riconosce subito anche da lontano, senza dover guardare la scritta sul codone! E poi, una volta provato il fantastico tre cilindri, è impossibile non innamorarsene! Il segreto è un sapiente mix di bellezza e carattere”.
Sandro si sofferma con orgoglio sulla sua MY2000 nera: “si caratterizza per la verniciatura dei cerchi in grigio (anziché nero), per il silenziatore a sezione cilindrica in acciaio (anziché ovale e verniciato in nero) e per le grafiche. Altri piccoli dettagli sono la leva del cambio senza leveraggi e la nuova centralina. Il 955 è un motore unico che coniuga i vantaggi del bicilindrico (tiro in basso) a quelli del quattro cilindri (allungo in alto). Ha un campo di utilizzo reale dai 1500 ai 9500 giri: praticamente non smette mai di spingere! Se non l’hai mai provato non puoi capire. La potenza non è elevata per gli standard di oggi (108 CV dichiarati all’albero) ma sappiamo bene che per strada (e non solo) sono più che sufficienti per divertirsi! Ovviamente ho provato anche tutti i modelli più recenti ma, per questioni affettive, ho preferito tenere la mia 955”.
Come diceva Merlino però, per ogni qua c’è sempre un là e anche la qualità tecnica della Speed talvolta è stata messa in discussione persino dagli stessi triumphisti: “I primi MY2005 furono criticati per lo scarso feeling dell’impianto frenante, tanto che la casa madre intervenne modificando il fornitore delle pinze (da Nissin a Brembo). Un altro appunto diffuso riguarda la scelta di non apportare, in quasi 15 anni di produzione, nessuna modifica al telaio”. Forse era troppo bello per essere stravolto? “Questa staticità ha lasciato un po’ indietro la Speed Triple rispetto alla concorrenza in fatto di maneggevolezza e agilità. Ma per fortuna la nuovissima MY2011 da questo punto di vista è veramente su un antro pianeta”.


Così, tanti tra i fattori esposti da Sandro, nel tempo hanno consolidato l’immagine della Speed, un modello che resta protagonista anche del mercato dell’usato, mantenendo bene la quotazione negli anni: “Per gli appassionati delle “vecchie” Triumph, i modelli più interessanti sono il MY1999, il MY2000 e il MY2001, da preferire a quelle precedenti (1996-1998) che montavano il propulsore 885cc anziché il 955cc. Le versioni successive (2002-2004) sembrano meno apprezzate dal punto di vista estetico. Tuttavia il modello più prezioso e richiesto è in assoluto il MY1999 : ha l’estetica del MY1998 (cerchi e scarico neri con la grafica in corsivo) ma monta il motore 955i”. E ad oggi non sembra complicato nemmeno trovare un esemplare in buone condizioni: “I modelli dal 2005 in poi (coda corta) si reperiscono facilmente perché sono stati venduti in maggior quantità. Più rari i modelli 1996-2001, che però, con un po’ di pazienza, si trovano ancora a prezzi interessanti”. Ne varrà la pena: fra qualche anno, quando probabilmente diventeranno “d’epoca” saranno ricercatissimi. Perciò Sandro suggerisce di non aspettare troppo per acquistarne uno. In più, dato che le Speed Triple sembrano non mostrare particolari difetti, al momento dell’acquisto di un usato, a parte il buon senso, non è necessario verificare lo stato della moto con particolare cura: “Se è ben tenuta e la manutenzione programmata è stata eseguita con regolarità, non ci saranno problemi”. Poche difficoltà anche nel reperire i ricambi di tutti i modelli, disponibili nelle concessionarie ufficiali Triumph.


La diffusione notevole e durevole della Speed ha invaso negli anni tutte le categorie socio demografiche. Forse agli inizi, per via del prezzo e per via della reputazione delle moto inglesi, era un modello per pochi, ma oggi è una moto trasversale e molti appassionati ne guidano una: “professionisti, operai, studenti… La cosa che accomuna tutti probabilmente è il desiderio di volersi distinguere dalla massa”. Tutti affascinati ed emozionati dall’inglesina, resa popolare anche sul grande schermo. Non solo dalla famosa scena finale di Mission Impossible 2, in cui Tom Cruise si scontra con il cattivo in sella alla Daytona T595. La Speed compare anche nel primo episodio di Matrix, guidata da Trinity, e in Johnny English, film interpretato dall’incantevole Natalie Imbruglia.
Con Sandro si potrebbe parlare di Triumph per giorni e la chiacchierata diventa affascinante quando ci si sforza di individuare la più bella Speed in circolazione: “Sceglierla è impossibile! Probabilmente la Speed S di Carlo Talamo è stata una tra quelle che più mi hanno colpito”. E, checché ne pensassi, riesce a sorprendermi anche il suo giudizio positivo sulla dibattuta MY2011: “l’attuale Speed è all’altezza dei modelli passati. Dal punto di vista della ciclistica è tutta un’altra storia: sembra di essere in sella alla sorellina Street Triple… ma con il motore 1050! Il nuovo impianto frenante (pompa e pinza radiale Brembo) poi, in termini di feeling e modulabilità, è superiore rispetto al precedente. Il nuovo look? I gusti estetici sono personali, ma io trovo che la nuova Speed sia molto moderna. E anche più bella. Si riconosce da lontano fra altre mille motociclette. E se poi ci sali su, riconosci subito, anche ad occhi chiusi, che si tratta della Speed Triple, ancora prima di udire lo splendido sound dell’inimitabile tre cilindri! Perciò, anche se il mercato delle nude e delle supersportive è in calo, la Speed Triple deve conservare il suo carattere e la sua personalità estetica. Ci sarà sempre posto per questo prodotto, proprio perché sa distinguersi dalle altre moto”.
Non c’è niente da fare, Sandro è innamorato della sua Speed ed è evidentemente anche un fan fedele della casa di Hinkley: “Oltre alla mia 955, amo la Bonneville e prima o poi ne avrò una in garage. Anche la Street Triple è meravigliosa: agilissima, con un motore unico, facile e divertente. Apprezzo anche le nuove Tiger 800 Adventure”.


Proprio grazie all’impareggiabile passione per il marchio inglese Sandro ha costruito, mattone su mattone, come un Forrest Gump su due ruote, il suo poderoso portale web: “Fedrotriple nasce il primo gennaio del 2003, è cresciuto nel tempo e oggi riceve circa 16.000 visite al mese. Quando nel 2001 ho acquistato la mia Speed cercai informazioni online senza trovarle. Così ho iniziato a raccogliere materiale, articoli di giornale, fotografie, e li ho messi in ordine tracciando la storia della Speed. Poi mi sono detto: perché solo la Speed Triple? Quindi ho cercato informazioni su Triumph e ho tracciato anche la storia del marchio”. Oggi fedrotriple.it è un enorme archivio di materiale riguardante la Triumph di Hinckley: “cataloghi dal 1991, Torque (la rivista ufficiale Triumph) dal 1997, la storia dell’azienda e di molti modelli, foto, cartelle stampa, video, la storia di Numero Tre (importatore ufficiale dal 1991 al 2002) e tanto altro. Ma non ho tralasciato nemmeno qualche articolo sulle Triumph di Meriden, prima della chiusura nel 1983. Ed ovviamente sto ancora lavorando al sito per inserire nuove pagine”.
Tornerò presto a coinvolgere Sandro Zornio sulle pagine di questo blog, perché grazie alla sua passione ha tante storie da raccontare. Non solo quella di una serie di freddi pezzi di vetroresina e metallo assemblati, trasformati da ingegneri, progettisti e designer in quel concentrato di bollente adrenalina che è la Speed Triple, ma anche quella di persone speciali, che grazie alla passione per le motociclette sono capaci di regalare emozioni e di suscitare in noi voglia irrefrenabile di spegnere il pc, afferrare il casco, precipitarci in garage, girare la chiave e partire a razzo per lasciarci ancora una volta accarezzare il volto dal vento di fine estate.

2011 © Alberto Di Stefano - Conlamoto.it
Immagini (esclusa la copertina di Superwheels): Sandro Zornio

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3 commenti:

  1. Da felice amante di Speed Triple da quasi 12 anni e 150.000 ti faccio i complimenti per l'articolo. Sandro è un grande, ma questo già lo sappiamo.
    Luciano S.

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  2. Il 3 cilindri, tutti dicono che non si fà sentire, è impossibile trovare nei motociclisti di oggi gente che lo apprezzi, non ti fionda fuori dalle curve dicono, ma prima o poi tutti, ma dico tutti ci fanno i conti, li provano e non sanno più come fare a parlarne, perchè come spesso accade anche se non convinti dalla moto, continueranno a parlarne.

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