domenica 13 marzo 2011

(Con la) Moto Days 2011


Il parcheggio custodito della Nuova Fiera di Roma esplode di moto, scooterini e “spooteroni”. Quello incustodito è deserto, online si è sparsa rapidamente la voce che una Speed Triple sia stata rubata dai soliti ignoti e che un’altra moto sia stata trovata con il blocco accensione danneggiato. Il cielo plumbeo di Fiumicino non promette nulla di buono, nonostante la primavera sia prossima. I centauri romani si tuffano così in uno degli eventi più attesi del centro Italia. Tante aspettative saranno ripagate da altrettante soddisfazioni?
Da un paio d’anni a questa parte vivo le grandi fiere motociclistiche con uno stato d’animo imprevisto. Non riesco più a lasciarmi incuriosire dai nuovi modelli esposti negli stand delle case o delle concessionarie. Forse perché la mia passione per le moto si basa più sulle emozioni di guida che sull’aspetto tecnico-estetico. Né tantomeno mi ossessiona il look invitante delle hostess, la cui presenza ammiccante alimenta solo i recenti dibattiti sulla mercificazione del corpo femminile. 
Quello che mi intrippa invece, è osservare le reazioni e le espressioni degli altri visitatori, cercando di immaginare le loro riflessioni mentre ammirano le moto o saltano in sella ai modelli statici esposti. Come una coppia papà – figlio 18enne alle prese con la nuova Honda Hornet: il primo, con sguardo severo, sembra mettere in guardia il secondo, il quale, postosi sulla difensiva, da il meglio di se per convincere il genitore circa la bontà delle proprie intenzioni alla guida.


Un arzillo guzzista, forse lontano parente di Capitan Findus, in sella alla Nevada 750 Anniversario rivive i bei tempi andati, quando, a bordo della sua bicilindrica a V lungo la Roma – Ostia, lasciava che la brezza gli carezzasse i capelli.


Due papà, per l’occasione svincolati da ogni incombenza genitoriale, alla vista di un rarissimo esemplare originale di Yamaha XT500 della prima metà degli anni '80, sprizzano un entusiasmo che lascia facilmente intendere quanto questo modello fosse l’emblema di uno dei momenti migliori della loro spensierata giovinezza.


Fa molto strano anche contemplare quelli che provano proprio il modello di moto da noi già posseduto: potrei rispondere con più onestà di qualunque dealer ai dubbi che in questo momento passano per la testa di un 40enne a cavallo della Triumph Scrambler, già gratificato dal consumismo artificiale della vita, come testimoniato dalla giacca Fay e dalle Hogan di ordinanza.



Poi ci sono “i giovanotti de sta Roma bella” che cercano il pelo nell’uovo in una (bellissima) Kawasaki W800, immaginando quanto sarebbe forte arrivare al bar del quartiere la domenica mattina accompagnati dal borbottio degli sgargianti scarichi a collo di bottiglia della bicilindrica giapponese.


Aldilà delle mie allucinazioni, il Moto Days suscita commenti opposti tra i visitatori. I fighetti che vanno a Milano o a Monaco, abituati a ben altri budget, deridono la manifestazione romana tacciandola di provincialismo. Gli appassionati più semplici, al contrario, restano entusiasmati, non solo dalle scollature delle hostess negli stand, ma dalla possibilità di entrare comunque a contatto diretto con la propria passione.
Dal mio punto di vista, alla rassegna capitolina mancano gli approfondimenti: pochissimi gli accenni alla sicurezza e all’ecologia (stand Eni escluso), oggi temi di assoluta priorità per il futuro del comparto. Mentre invece trovi gruppi di assonnati appassionati over 60 che davanti alle telecamere discutono di modelli d’epoca (non me ne voglia il raro esemplare di Harley Davidson in primo piano)...


In mezzo agli stand ufficiali Honda e Yamaha poi, saltano inspiegabilmente fuori banconi che vendono torrone e dolciumi, che reclamano un prodigioso lucido da scarpe o che espongono tazze raffiguranti il fascio littorio e la gazzella dei Carabinieri insieme ai logo delle case motociclistiche…


Mi consolo allo stand della Magnitudo, azienda di streetwear che ospita divertenti concerti di cover band degli Stray Cats e dei Blues Brothers, pieno così di vecchie Harley, di biker selvaggi con il mito Sonny Barger e di bellezze tatuate che sembrano arrivare direttamente dagli anni ‘60. Ho incontrato persino una rappresentanza della sezione italiana dei famigerati Hell’s Angels! Infine, lo stand più bello del Moto Days 2011, quello della Headbanger Motorcycles (nella foto il telaio, il motore e poco altro di una Gipsy Soul con gomme tassellate): aldilà dello stile custom (che può piacere o meno) e dei prezzi elevati, è un’azienda avanti, con stile e idee innovative, con valori chiari e coerenti. Una filosofia di business che dovrebbe ispirare le case costruttrici più affermate a sperimentare idee coraggiose e alternative.


Mentre bazzico uno dei tanti shop di abbigliamento moto (insuperabili i commercianti napoletani e quelli di Porta Portese in trasferta), non mi resta che dedicarmi al mio passatempo preferito: un bell’autoritratto vangoghiano con la testa avvolta da un fascinoso casco vintage Bell al posto della fasciatura all’orecchio destro…


Il Moto Days è informale, reale, aggregativo. Non sarà mai l’Eicma e pare lontano anche da Verona, ma ha una sua anima buona.

7 commenti:

  1. Bellissimo report...foto e commenti che vanno al di la di una semplice partecipazione superficiale...grande!Ale

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  2. Grazie del commento generoso Ale: tu invece che impressione hai avuto del salone?

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  3. Affascinante nella sua provincialità ma molto più vicino all'utente "medio" rispetto ai saloni "lussureggianti" del Nord a cui ero abituato.
    Il commento non è generoso...è adeguato!
    Ale

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  4. e del reparto viaggi e viaggiatori "Days on the road" che mi dici?

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  5. Ciao Lorenzo, devo dire che l'ho trovato modesto e comunque in linea con la qualità dell'intero salone. Trovare alcuni stand del reparto spesso vuoti e senza personale, proprio di sabato, mi ha fatto pensare... Di contro, la differenza come sempre l'hanno fatta le persone incontrate: presto sul blog racconterò le storie affascinanti di alcuni di questi straordinari esploratori...
    E tu che mi dici del settore turistico?

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  6. condivido con te la visione di un evento che sicuramente non raggiunge i più blasonati del settore ma che coinvolge ed eccita chi come noi vive di moto...forse la dimensione più familiare e personale lo rende addirittura più godibile di altri, sicuramente è uno degli eventi che ogni anno accomuna unisce e diverte come poche fiere di settore riescono a fare!

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  7. A metà tra tra l'Expo di Pechino e la sagra della porchetta...
    Grazie Mem, mi raccomando la Z1000...

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